La storia della parrocchia…
L’attuale, bella chiesa di Santa Margherita d’Antiochia, vergine e martire, a Posina, è il risultato di una lunga serie di trasformazioni che si sono susseguite nei secoli.
La parrocchia ha le sue origini nel 1403.
Benché la domenica più vicina al 20 Luglio goda ancora di una certa solennità, la festa patronale viene celebrata l’ultima domenica di agosto, a ricordare la Consacrazione della chiesa, avvenuta nel 1764.
Posina fu la prima comunità in valle che riuscì a sottrarsi al diretto controllo dei Conti Velo, prima come parrocchia, che comprendeva anche Fusine, Laghi e Cavallara, poi come entità comunale autonoma, a partire dal 1462, quando la Serenissima estendeva il suo confine fino alla Borcola.
Il vescovo di Vicenza accordò a Santa Margherita di Posina l’autonomia parrocchiale indipendente dalla Pieve di Velo d’Astico, data la grande distanza, anche se i primi rettori, di lingua tedesca “di Alemagna” vi dipendevano ancora.
La chiesa primitiva risale probabilmente al XIII secolo, ed è legata alla colonizzazione germanica della vallata; la devozione a Santa Margherita era infatti particolarmente viva presso i lavoratori tedeschi. Era posta sulla Via dei Pastori che, dalla Lessinia, permetteva la transumanza fino all’Altopiano di Asiago.
Ricostruita molto più grande nel 1561, in epoca di ripetute epidemie, fu riedificata nello stesso posto un’altra volta due secoli più tardi. Arricchita nell’Ottocento di pregevoli opere d’arte e di sette altari, tra cui, di particolare interesse, quello del Rosario, pesantemente lesionata e saccheggiata nel 1915-18, quando la valle divenne teatro di cruente battaglie, fu quindi radicalmente ristrutturata nei primi anni Venti.
Il restauro più recente, che l’ha infine riportata all’antico splendore, è del 2007. Il 20 luglio di quell’anno il sagrato, rinnovato e opportunamente reso zona pedonale, è divenuto spazio eletto al ricordo dell’Emigrazione che ha portato tanti paesani del passato in America, in Sudafrica, in Australia, a dimostrazione del profondo legame rimasto con la terra d’origine.
Il paese è oggi impegnato in una sempre più qualificata promozione del turismo lento che permette di far apprezzare le bellezze naturali della valle, costellata di antiche contrade.